Il dirigibile nasce in Francia intorno alla metà del XIX secolo da un'idea dell'ingegnere francese Henri Giffard: egli montò a bordo di un pallone a idrogeno a forma affusolata un piccolo motore che azionava un'elica generando una propulsione tale da raggiungere gli 8 km/h. Altri pionieri partirono da questa idea e cominciarono a svilupparla variando le dimensioni, la forza di propulsione e le prestazioni. Tuttavia, per i suoi grossi limiti, non trovò ancora grande impiego.
Nel '900 i dirigibili videro un'importante rivoluzione tecnologica trovando sempre più spazio in ambito civile ma soprattutto in quello militare. Con lo scoppio della Grande Guerra infatti, la Germania, decisamente all'avanguardia rispetto alle altre nazioni, privilegiò l'utilizzo offensivo dei dirigibili per il bombardamento pesante a grandi distanze e per la ricognizione strategica.
Notando il potenziale di questo nuovo mezzo, anche gli altri stati cercarono di portarsi allo stesso livelo dei tedeschi:
◻️ gli inglesi che a inizio guerra si ritrovarono con una flotta molto piccola, avviarono la progettazione e la realizzazione di grandi dirigibili rigidi che però non furono ultimati in tempo per prendere parte alla guerra;
Bombardamento su Pola dal dirigibile italiano P4 (1915) |
◻️ i francesi all'inizio utilizzarono questi giganti per le operazioni d'attacco ma, vedendo le notevoli perdite e la mediocre efficacia, vennero ben presto destinati come scorta dei convogli della marina;
◻️ gli italiani durante la guerra realizzarono numerosi dirigibili semirigidi che vennero usati per i bombardamenti notturni, per la ricognizione e per il controllo delle rotte navali.
Alla fine della guerra si potè constatare che il dirigibile aveva fatto enormi passi in avanti anche se gli sviluppi degli aerei da caccia l'avrebbero portato ad assumere un ruolo secondario. Questi infatti erano più efficienti nel bombardamento mentre i dirigibili rimasero molto utili per il rifornimento su grandi distanze.
Tra i progressi più importanti realizzati sul dirigibile vi è l'aumento delle dimensioni, della velocità (potevano raggiungere i 130 km/h), della quota operativa, dell'autonomia e dei carichi trasportabili.
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